The Blues Brothers è un fenomenale catalogo di musica soul e rhythm & blues, a conclusione della stagione mitica in cui questi generi erano riusciti a trasportare intatte le loro radici folk nell'industria del pop (Ray Charles, Aretha Franklin, James Brown, tanto per citare qualcuno). Inoltre è il film che sancisce la grandezza di John Belushi, prima del declino tossico e della prematura scomparsa. Ma, soprattutto, The Blues Brothers è un film che coinvolge come una vital festa di fine anno scolastico, chea contagia nella su come un inno a una stagione di anarchia leggera e scanzonata che chiudeva in maniera sublime un'epoca vissuta all'insegna della libertà. In questo senso, con le sue sequenze memorabili, col suo elevare il musical a filosofia, esistenzialeil film di Landis è anche un manifesto politico (si veda come i due fratelli considerano i neonazisti...) di un'America che vive la presidenza di Jimmy Carter e il periodo post-Vietnam in modo decisamente euforico. Gli anni successivi diranno che si trattava di un'utopia, ma il film è diventato comunque un punto di riferimento per chi (dai fratelli Coen a Jim Jarmusch, fino a Jim Carrey) rifiuta categoricamente di rassegnarsi a un paesaggio plumbeo.
(Giacomo Manzoli)
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